Unità Pastorale Santa Maria Madre della Chiesa e Santa Marta

Pagine ufficiali dell'Unità Pastorale di Pisa

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CONSIGLIO PASTORALE
di S. MARIA MADRE DELLA CHIESA
e SANTA MARTA

 

Verbale del 15 novembre 2022

 

Nella chiesa di S. Maria Madre della Chiesa, alle ore 21.15, si riunisce il Consiglio Pastorale di S. Maria Madre della Chiesa e di S. Marta insieme a quanti sono interessati a contribuire con la loro partecipazione.

Sono presenti: Don Lukasz Kostrzewa, Brunella Rosellini, Alessandra Mannucci, Maria Concetta Modica, Massimo e Luisa Signorini, Antonella Balloni, Claudio e Marlene Novi, Lucia Sabbatini, MartaBaudino, Andrea Del Corso, Sandro Cucco, Massimo Salani, Marta Rosellini, Edi Di Pasquale, Gabriele Grasso, Silvia Sbrana, Miretta Falaschi, Paolo Beghé, Natalino Scantamburlo.

 

Dopo una preghiera insieme, don Lukasz ringrazia quanti sono presenti ed elenca i punti sui quali discutere in questa sede.

  1. La situazione del tetto Santa Marta, dice,è disastrosa; Paolo Beghé, che può vedere il tetto della chiesa dal suo terrazzo, può confermarlo.L’ingegnere Valeria Donato ha studiato un piano: montare una impalcatura all’interno della chiesa, dove l’acqua sta già provocando dei danni sulla volta, – per questo occorrerà, evidentemente, svuotare la chiesa… riguardo alla croce lignea si stanno muovendo già dai Beni Culturali, ma come sempre ci sono rallentamenti da parte della Sovrintendenza che deve approvare ogni cosa – e una contro-copertura esterna per mettere la quale occorre un ponteggio tutt’intorno alla chiesa e una gru molto alta su via santa Marta, che verrà bloccata durante questi lavori. Ci sono tre pagine di descrizioni tecniche che in questa sede sarebbe eccessivo leggere, ma il Vescovo chiede alla comunità come intende andare avanti sul piano della liturgia e della programmazione pastorale, poiché i lavori saranno certamente molto lunghi, oltre che molto costosi, nonostante tutto l’impegno garantito dalla Curia. Si pone il problema se valga o meno la pena di riaprire San Matteo o se non sia meglio andare avanti qui con tutte le attività. Certo la nostra comunità è già in grosse difficoltà economiche – ci sono interventi da fare anche in Santa Maria Madre della Chiesa – e potremmo non farcela se aggiungessimo spese necessarie per l’utilizzo di San Matteo. Il problema non sarebbe, dice don Lukasz, celebrare una Messa domenicale in San Matteo, ma bisognerebbe anche trovare un accordo con la comunità ortodossa e con la comunità di Sant’Egidio che fanno capo alla stessa chiesa… tutto questo sarebbe anche eccessivo se poi la frequenza in San Matteo dei parrocchiani di Santa Marta fosse numericamente molto ridotta.

Per quanto riguarda la stanza utilizzata per la distribuzione di cibo nei locali della canonica di Santa Marta, l’ingegnere dice che non ne è messa in discussione l’agibilità, quindi potrebbe continuare lì l’attività della Caritas, a meno che quegli stessi locali non fossero necessari per metterci tutte le panche e gli arredi che devono essere tolti dall’interno della chiesa.

  1. Per quanto riguarda la celebrazione delle messe domenicali, don Lukasz non intende spostare quella delle ore 11.00 in Santa Maria, perché è la più frequentata, soprattutto dalle famiglie, dai bambini e dai ragazzi che frequentano gli incontri di catechesi; piuttosto si potrebbe pensare – anche su proposta di qualcuno – di spostare alle 9.00 la Messa festiva adesso celebrata alle 8.00, per rendere l’orario più comodo a più persone. Un’altra proposta potrebbe essere anche quella di celebrare una Messa alle ore 18.00 della domenica.

Nei giorni feriali, vista la frequenza davvero minima alle messe della mattina alle 8.00 (mai più di tre, al massimo quattro persone), don Lukasz propone di celebrare ogni giorno la Messa alle 18.00, facendola precedere alle 17.30 dalla recita del Rosario con possibilità, per chi volesse, di confessarsi prima della Messa. Ogni primo venerdì del mese, poi, don Lukasz andrebbe la mattina a visitare le persone anziane e/o malate e ci sarebbe l’esposizione del Santissimo Sacramento nel pomeriggio, prima del Rosario e della Messa.

  1. Don Lukasz parla di quali saranno il progetto per il periodo di Avvento e la struttura della Messa: la Messa inizierà con un canto, quindiil celebrante farà una introduzione e poi, sempre lui, l’atto penitenziale;la preghiera dei fedeli sarà preparata dai genitori, dai bambini e dai ragazzi più, eventualmente, qualche intenzione particolare; si seguirà in Avvento il progetto Costruttori; l’impegno della Caritas parrocchiale per ora rimane invariata, poi si vedrà. Don Emanuele aveva accennato alla possibilità di un Centro di Ascolto in via Garibaldi, ma sembra che se ne parli da anni e restano un po’ di problemi irrisolti.
  2. Riguardo all’aspetto economico, don Lukasz afferma che tutte le spese per le attività parrocchiali saranno coperte dalla parrocchia, perché ci penserà lui, con un occhio agli scontrini che verranno presentati e cercando un po’ di risparmiare; deve finire di controllare i contratti che sono stati firmati per prendere delle decisioni, perché la situazione economica non è più quella favorevole che c’era prima della pandemia. Il tutto sulla base della massima trasparenza, perché verrà fatto periodicamente un resoconto preciso con tutte le entrate e le uscite dell’Unità Pastorale di Santa Maria e Santa Marta.
  3. Ci sarebbe l’opportunità, forse, di accogliere un gruppo di scout europei per le loro attività: sarebbe bello poter mettere loro a disposizione alcuni locali della canonica di Santa Marta se rimanessero liberi e agibili.
  4. Alcune persone alla ricerca di badanteo di colf si sono rivolte a don Lukasz, che chiede se qualcuno di noi avesse conoscenze o sapesse come muoversi…

Miretta informa, riguardo a badanti e colf, che se ne occupano le ACLI dove funziona un po’ a domanda/offerta, quindi si possono indirizzare lì quanti facessero queste richieste.

Per quanto riguarda una possibile riapertura di San Matteo, Miretta pensa che potrebbe essere un buon servizio per le persone che abitano nel quartiere di Santa Marta e sono rimaste senza una Messa nei dintorni di casa; Miretta dice che, certo, non riuscirebbe a quantizzare la possibile frequenza né tanto meno garantirla, ma almeno si potrebbe provare…. non saprebbe neanche giudicarne la fattibilità dal punto di vista economico, per tanto si fida della decisione che sarà presa in merito.

Per il Centro di Ascolto in via Garibaldi ribadisce che si tratta di un’idea della quale si parla da secoli e che ci sono innumerevoli problemi sia economici che burocratici ad averla resa, in pratica, fino ad ora non realizzabile.

Andrea,pur essendo, come Miretta, anche lui della parrocchia di Santa Marta, ritiene che la chiesa di San Matteo non sarebbe per niente comoda per l’impossibilità di parcheggiare sul lungarno; inoltre non sa davvero quante persone di Santa Marta, prevalentemente anziane, sarebbero in grado di recarvisi a piedi. Per tutta una serie di motivi, quindi, sia economici che organizzativi, ritiene che non sarebbe opportuno utilizzare San Matteo per sopperire alla chiusura forzata di Santa Marta.

Alessandrasi rattrista immancabilmente nel vedere chiusa e così mal ridotta Santa Marta, che è anche la sua parrocchia e alla quale è molto affezionata. Tuttavia anche lei è dell’opinione di non riaprire San Matteo: quando si riaprì parecchi anni fa, nonostante fosse solo per Santa Marta, ci fossero le suore a prendersene cura e don Ireneo che, abitando lì, si era preso l’impegno di aprire, chiudere e dare via via un’occhiata, nonostante tutte queste cose i problemi erano innumerevoli, a cominciare da quello delle pulizie e senza sottovalutare quello del gran freddo che ci si pativa. Adesso i problemi sarebbero tanti di più: non ci sono più le suore, i contatti con ortodossi e comunità di Sant’Egidio non sono sempre facili, ci sarebbero probabilmente anche da dirimere le questioni economiche che inevitabilmente siincrocerebbero con le loro… probabilmente restare, com’è adesso, in un’unica chiesa ci aiuterebbe anche a sentirci ancora più uniti.

Alessandra si dice d’accordo con la messa feriale sempre celebrata alle 18.00, mentre non ritiene che valga la pena di fare una celebrazione vespertina la domenica.

Marlene dichiara di non sentirsi appartenente né alla parrocchia di Santa Maria né a quella di Santa Marta, quanto, piuttosto, all’Unità Pastorale; ci siamo anche stati, in San Matteo, ma perché, adesso, non concentrare tutte le forze si Santa Maria?A San Matteo, al di là delle spese necessarie, ci sarebbe da organizzare anche le forze per il servizio… sembra davvero meglio concentrarci qui…

Massimo Salani dice di abitare a Ghezzano e di venire da Mantova, però si sente legatissimo a queste vicende, anche perché apparteniamo tutti alla stessa Unità Pastorale con la parrocchia della Santissima Trinità di Ghezzano. Si pone una domanda sul disastro del tetto di Santa Marta: com’è stato possibile fare i restauri all’interno senza controllare cosa c’era sopra? Non bisognerebbe che qualcuno indagasse su questa cosa assolutamente poco chiara? Per il resto, anche se costretti da una brutta vicenda, è bello vedere che le due comunità, già molto vicine, si sono unite ancora di più; però come mai, in tutta questa vicenda e in queste difficoltà, non viene mai chiamata in causa la comunità di Ghezzano?

Per quanto riguarda le celebrazioni e gli orari, Massimo ha sempre pensato che meno sono di numero e meglio è, perché una comunità chiamata a riunirsi tutta insieme, va ancora meglio. Per quanto riguarda la liturgia in particolare, si fida senz’altro del gruppo liturgico che di certo collaborerà con don Lukasz.

Una domanda: in che misura la comunità può contribuire economicamente alle spese che si prospettano ingenti? Potrebbero esserci agevolazioni fiscali per chi contribuisce?

Ultima cosa: non è risultato ben chiaro il discorso sull’accoglienza degli scout.

Don Luca: spiega che, sul piano economico, sono stati messi da parte da don Luigi un po’ di soldi per mettere in sicurezza il tetto; purtroppo le prospettive di spesa sono molto alte e ancora non del tutto quantificabili complessivamente. Se si paga la prima trance, a Natale saremo a zero, però per le bollette e le spese per le attività parrocchiali si va avanti… potremmo anche organizzare qualcosa per recepire fondi, per esempio un concerto o qualcos’altro… la comunità sarà comunque informata di ogni centesimo che entra o che esce.

MartaBaudino parla del coro Bruno Pizzi, del quale fa parte suo marito che canta in coro fin da quando, bambino, faceva parte, insieme a don Luigi, delle voci bianche del coro del Duomo diretto dal Maestro Bruno Pizzi, appunto. Una volta cresciuto, avendo cambiato la voce, è entrato a far parte della Corale Pisana, che ha partecipato anche a molti concorsi internazionali portando a casa diverse medaglie. Insieme a un gruppo di coristi della Corale Pisana, ormai anziani come lui, ha formato un coro polifonico, intitolato proprio al maestro Pizzi, formato da una quarantina di persone, che fa concerti fra Pisa, Lucca, Livorno… venerdì scorso, per esempio, hanno fatto un concerto al sacrario di Kindu, per ricordare i caduti di Kindu e Nassirya, a Pasqua hanno cantato il Requiem di Mozart… questo coro potrebbe richiamare l’attenzione di un certo numero di persone che, pagando un biglietto o facendo una offerta libera all’ingresso, potrebbe far raccogliere una certa somma utile come contributo. Si potrebbe anche chiedere a qualcuno che se ne intende come si fa a bandire una raccolta di firme per accedere ai fondi del FAI… interessandoci e organizzandoci potremmo ottenere qualcosa.

Riguardo alla possibile riapertura di San Matteo, anche Marta non si dichiara d’accordo, perché non sarebbe comunque molto frequentata: in fondo a Santa Marta facevano capo una cinquantina di persone che ora sono forse anche diminuite e che - in ogni caso si tratta di persone anziane – non si sa se ce la farebbero a raggiungere a piedi San Matteo, dove, per altro, è anche impossibile parcheggiare. In Santa Maria, almeno, si può parcheggiare ed è possibile dare passaggi a qualcuno.

Silvia riconosce l’oggettiva difficoltà a dare consigli in merito; la situazione, però, sembra già abbastanza orientata visti gli interventi precedenti. Nonostante lei sia nata e cresciuta in Santa Marta e sia legatissima a questa sua parrocchia, enormemente dispiaciuta per la situazione nella quale versa, afferma di considerarsi di entrambe le parrocchie, da quando si è intrapreso, anni fa, un cammino insieme, con una linea pastorale unica. Di fatto questa è però, da quasi un ventennio, la linea che è stata data dal parroco, è stato spostato tutto da una parte non pensando a creare un vero ricambio, anche generazionale, per la parrocchia di S Marta. L’impronta è stata data da tempo, da quando le attività si sono spostate praticamente tutte in Santa Maria lasciando di là solo qualche celebrazione, queste sono cose che nel tempo si strutturano e strutturano anche abitudini dalle quali poi è difficile tornare indietro (vedi gli ultimi mesi tutti in S. Maria)… ma ne vale davvero la pena di fare di tutto per riaprire Santa Marta? L’invito, ovviamente un po’ provocatorio, è quello di ragionarci su. Se riapre tra tre-quattro anni quanto interesserà e a quanti? Per il resto, chi viene in macchina come lei, il problema a venire in Santa Maria non sussiste ma con la chiusura di S Marta il rischio è che ci siamo persi qualche persona per strada. Ottima cosa, per Silvia, è la gestione economica condivisa e assolutamente trasparente. Per quanto riguarda gli scout, poi, vedrà don Lukasz, ma certo potrebbe essere una ulteriore opportunità per la nostra comunità anche se le pare strano a Ghezzano non ci fosse posto vista la disponibilità di don Alessio ad accogliere gruppi.

Claudio fa un intervento tecnico e spiega che durante i lavori di restauro di Santa Marta, il tetto non venne controllato perché il controllo era già stato fatto durante il rifacimento della facciata. Per guardare il sottotetto si deve utilizzare una scala di ferro piuttosto pericolosa e, quando ci si andò, non senza difficoltà, a controllare sembrava fosse a posto. Riguardo allo spostamento delle panche ricorda, inoltre, che durante i lavori di restauro fu possibile raggrupparle tutte in fondo alla chiesa in una zona non interessata dalle impalcature che vennero montate come sarà fatto adesso; questo permetterebbe di non ingombrare le stanza che attualmente sono utilizzate dalla Caritas.

Massimo Signorini pensa che il discorso su San Matteo possa interessare di più i parrocchiani di Santa Marta, tuttavia non ritiene opportuno andare a riaprire la chiesa di San Matteo, piuttosto si dice disponibile ad aprire una sorta di “giro macchine” per andare a prendere e riaccompagnare a casa le persone anziane che hanno difficoltà a raggiungere Santa Maria. Quelli che hanno cominciato ad andare a Santa Croce in Fossabanda, potrebbero anche venire, più o meno con la stessa distanza, in Santa Maria. Infine affronta il problema sollevato da Silvia e riassume dicendo che sembra che la chiesa di Santa Marta non serva più a niente, che è un monumento e che, chi lo vuole restaurare per motivi storici e artistici se lo restauri pure, che sia la Sovrintendenza, la Curia, la Cassa di Risparmio o chissà chi altri, a sue spese… naturalmente è una provocazione e non è che non vogliamo contribuire, solo mettere in evidenza che si tratta di un problema prettamente artistico, monumentale e storico e che noi potremmo anche farne senza.

Riguardo alle stanze che sono utilizzate dal servizio Caritas, Massimo ricorda che vengono distribuiti circa 1300€ di alimenti al mese e che, se si sospendesse questa attività in Santa Marta, non è detto che le molte persone che sono abituate a venir lì, anche da fuori, possano continuare a giovare di questo servizio e che, quindi, sospendere questa attività non sarebbe una operazione meritevole.

Riguardo alla Messa domenicale vespertina, Massimo sostiene che non c’è mai stata e che se ne può fare a meno…

Don Lukaszdice che la prima cosa che ha chiesto all’ingegnere riguardava proprio l’agibilità delle stanze della Caritas e che l’ingegnere ha detto che lo sono. Per il resto non se la sentirebbe di fare al Vescovo un discorso come quello di Silvia e di Massimo, ma che può senz’altro parlargli con chiarezza. Riguardo al coinvolgimento della parrocchia di Ghezzano, don Lukasz ha detto di non avere il minimo problema a collaborare con don Alessio e che, anzi, si è trovato molto bene a condividere un’esperienza con le famiglie; tuttavia l’Arcivescovo ha anche detto,riguardo alle Unità Pastorali, che intende fare dei cambiamenti e che non è impossibile che noi andiamo con le parrocchie del centro mentre Ghezzano con Asciano … certo l’idea di una Unità Pastorale con San Francesco non sarebbe priva di ulteriori problemi, data la situazione per niente chiara di San Francesco che non si sa neanche bene di chi sia!

Il 22 novembre ci sarà una riunione con l’economo diocesano e vedremo come organizzarci sul piano economico; don Lukasz, dal canto suo, era abituato a preparare settimanalmente un rendiconto economico e intende farlo anche qui, anche se forse non proprio settimanalmente trovandosi da solo. Ci prega, infine, di andare da lui per dire qualsiasi cosa, perché ha bisogno di conoscere tutto quanto non sa e desidera sapere con chiarezza cosa va bene e cosa va male.

Massimo Signoriniricorda che tutti noi sappiamo che c’è un Consiglio per gli Affari Economici che di certo non lascerà solo don Lukasz, sia come responsabilità che come trasparenza, soprattutto perché questo aspetto è molto delicato ed è giusto che la comunità sia partecipe.

Dopo il ringraziamento di don Lukasz verso chi collabora con lui sul piano economico, facendo in particolare i nomi di Andrea e di Alessandra, Andreadice che ci sarebbe bisogno di altre persone che si uniscano al Consiglio per gli Affari Economici, perché sarebbe meglio avere una mano in più per cercare di fare qualcosa.

Don Lukasz infine, ritiene che non sia opportuno, per il momento, rinnovare il Consiglio Pastorale che sarebbe decaduto, perché preferisce aspettare l’anno prossimo, vedere come si mettono le cose e capire quale sarà davvero la realtà. C’è già qualcosa che avrebbe voluto fare e che ha dovuto rimandare perché non è possibile adesso e bisogna aspettare: la situazione non è complicata, ma delicata sì, e, del resto, lui non è un imprenditore. Domani mattina parlerà col Vescovo di tutto questo.

Dopo aver pregato insieme, la riunione si scioglie alle 22.30 circa

                                                                                                                                                                             la segretaria

Messe parrocchiali

 

  • dal Lunedì al Venerdì:

 

chiesa S. Maria
ore 17.30 Preghiera del Rosario
ore 18.00 (feriale)
 


  • Sabato:

 

chiesa S. Maria
ore 17.30
 Preghiera del Rosario
ore 18.00 (prefestiva) 
 


  • Domenica:

 

chiesa S. Maria
ore 8.00 (festiva)
ore 11.00 (festiva)

Messe Unità Pastorale

 

  • dal Lunedì al Venerdì:

 

chiesa SS. Jacopo e FIlippo
ore 8.00 
 (feriale) 
ore 18.00 (feriale) 

 

chiesa S. Croce in Fossabanda
ore 7.30 
(feriale) 

 

chiesa Sacra Famiglia
ore 18.00
 (feriale)

 

chiesa San Biagio
ore 18.00 
(feriale)


  • Sabato:

 

chiesa S. Michele degli Scalzi
ore 17.30
 (prefestiva)

 

chiesa S. Biagio
ore 18.00
 (prefestiva)

 

chiesa Sacra Famiglia
ore 18.30
 (prefestiva)


  • Domenica:

 

chiesa SS. Jacopo e FIlippo
ore 8.00 
(festiva)
ore 10.30 (festiva)
ore 12.00 (festiva)
ore 18.00 (festiva)

 

chiesa S. Croce in Fossabanda
ore 11.00 
(festiva) 

 

chiesa Sacra Famiglia
ore 8.00
 (festiva)
ore 11.15 (festiva)

 

chiesa Maccatella
ore 9.00
 (festiva)

 

chiesa S. Michele degli Scalzi
ore 10.00
 (festiva)

 

 

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